Viviamo in una realtà frenetica, “del tutto e subito”, in un mondo fatto di superficialità e di istantaneità, usciamo quotidianamente di casa a braccetto con lo STRESS!
Ma perché non riusciamo a godere delle bellezze della vita?
Spesso penso che dovremmo camminare accanto alle persone anziane, per rallentare i movimenti e soffermarci ad osservare ed apprezzare tutto ciò che ci circonda.
Ed invece no, corriamo, ci agitiamo, non dormiamo, non mangiamo, perché andiamo di fretta. Ma dove stiamo andando in realtà?
Non ci rendiamo conto che siamo noi stessi i creatori di questo vortice di ansia e di stress! Un loop che ci risucchia senza una via di uscita.
Di solito l’ansia viene riconosciuta come una reazione normale, messa in atto dal nostro organismo davanti ad un reale ed oggettivo pericolo. Ma quando lo stato ansiogeno trascende il limite di normalità, allora ci troviamo davanti ad una vera e propria patologia.
Chiunque sperimenta un certo grado di ansia nell'imminenza di una prova da superare o alla notizia di un evento accaduto o che deve ancora accadere. Questo si verifica perché c’è la paura dei cambiamenti.
Quando il livello d'ansia è ragionevole, allora si parla di "ansia reattiva" e positiva. Si tratta di una reazione transitoria che è indispensabile per mettere in allarme le proprie capacità, in presenza di un eventuale pericolo oggettivo.
Quando, invece, l'ansia diventa troppo forte e travalica la normalità, allora si parla di ansia negativa e invalidante, perché ci "blocca" e non ci aiuta a superare gli ostacoli, come fa quella reattiva.
In questo senso il disturbo d'ansia diventa patologico e a volte anche cronico, assumendo differenti connotazioni:
In alcuni casi, il disturbo può presentarsi in maniera discontinua durante il corso della vita, con particolare incidenza nei periodi di maggiore stress.
I primi segnali di una predisposizione al disturbo d’ansia possono manifestarsi già nella fase infantile, per poi proseguire nell’adolescenza e nella fase più matura adulta.
Secondo le ultime statistiche risultano colpite molte più donne che uomini.
Spesso l'ansia patologica può scatenare anche altri disturbi come la depressione maggiore, l'abuso di alcol e disturbi della personalità.
In ogni caso, è bene contattare un bravo psicologo in grado di riconoscere il disturbo e individuare il trattamento più idoneo da seguire per la risoluzione del problema.
Il paziente vive in una persistente condizione di preoccupazione che lo stressa.
Le preoccupazioni risultano eccessive rispetto agli eventi temuti.
Questo stato di ansia, di solito, è accompagnato da irrequietezza, affaticamento, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia, tensione muscolare, nausea, diarrea e sudorazione.
L’elemento centrale del disturbo è il rimuginio, ossia l’atto di pensare e ripensare continuamente alle cose negative che potrebbero capitare.
Il rimuginio non è facilmente controllabile. La tendenza ad analizzare continuamente il proprio malessere e i propri problemi, cercando disperatamente di capirne le cause, non fa altro che prolungare lo stato di malessere interiore.
Il più delle volte i pazienti cercano di controllare i pensieri, distraendosi, cercando rassicurazioni, o evitando tutte le situazioni ritenute pericolose, ma tali comportamenti sono solo controproducenti, perché non modificano il modo in cui funziona il malessere emotivo.
Ora vediamo insieme alcune sfaccettature del disturbo d’ansia
Questo stato d’ansia, comunemente noto con il nome di ipocondria, è caratterizzato da una sbagliata interpretazione dei sintomi fisici che manda il corpo umano. Il paziente tende subito a pensare che si tratti di una grave malattia, senza aver preso in considerazione una corretta valutazione medica. L’attenzione è completamente focalizzata sulle proprie sensazioni corporee, sul capire la loro origine e la loro evoluzione.
La preoccupazione per la propria salute è costante, quasi catastrofica. La persona fatica a pensare ad altro ed impiega molto tempo in esami medici, richieste di opinioni, ricerche su internet, etc.
Tale ricerca di rassicurazioni crea solo un lieve sollievo, limitato nel tempo. Il disturbo si ripresenterà al prossimo sintomo, ma questa volta ancora più forte.
Si tratta di un disturbo d’ansia caratterizzato da un’intensa paura di trovarsi in una situazione sociale e di mettere in atto dei comportamenti che non sono ritenuti all’altezza delle aspettative altrui.
Le persone che soffrono di fobia sociale hanno costantemente paura di dire o di fare cose imbarazzanti, oppure di mostrare agli altri le proprie debolezze.
Il timore è quello di essere giudicati ansiosi, deboli, stupidi, inadeguati: questa paura può essere talmente forte da provocare dei veri e propri attacchi di panico.
I contesti che possono scatenare uno stato di ansia sociale sono differenti: compleanni, riunioni di lavoro, cene, matrimoni, oppure usare il cellulare davanti agli altri, parlare in pubblico, ecc.
I trattamenti riconosciuti come più efficaci per la cura del disturbo d’ansia sono la farmacoterapia e la psicoterapia.
Nella terapia farmacologica di solito vengono utilizzati gli antidepressivi e le benzodiazepine. Si tratta comunque di sostanze con effetto limitato, che non risolvono il problema, lo rendono solo più sopportabile, abbassando i livelli di sofferenza soggettiva.
Dopo qualche tempo, sicuramente, l’ansia si ripresenterà, perché non è stata sradicata la causa vera del problema.
Per tali motivi, spesso, i medici di base associano al trattamento farmacologico quello psicoterapeutico.
La psicoterapia è la tua ancora di salvezza, è la cura idonea per tornare a vivere, o ancora meglio imparare a vivere.
Aspettare che passi è inutile. Prendi in mano la tua vita, scegli di camminare sulla strada giusta e vai avanti a testa alta.
La più bella risposta all’ansia è proprio la frivolezza!
(Jean Cocteau)
Dott.ssa Valentina Capuano
Psicologa Psicoterapeuta - Pavia (PV)
Dott.ssa Valentina Capuano Psicologa Psicoterapeuta
Pavia (PV)
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Laurea in Psicologia Clinica Università degli Studi di Pavia
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